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Descrizione


Cognome: Malinverni
Nome: Luigi
Carica: 1919-1920
Ruolo: Ex Sindaco

Bisogna risalire alla seconda decade del secolo scorso per rilevare un nuovo ricorso alla gestione commissariale. Essa è da mettere in relazione con la vittoria socialista nelle elezioni politiche nazionali del 16 novembre 1919, che mise in crisi la già insoddisfacente attività amministrativa di una maggioranza consiliare peraltro non rispondente agli esiti delle urne. Il regio Commissario si insediò il 20 dicembre 1919 e rimase a dirigere il Comune fino al 18 novembre 1920. Al momento di consegnare la Città alla nuova Amministrazione social-comunista scaturita dalle elezioni del 7 novembre 1920 (nell’occasione fu eletto il primo Sindaco socialista: Giuseppe Bausardo), il commissario avv. Luigi Malinverni tenne una relazione ampia ed intelligente fondata su principi democratici quali il rispetto delle istituzioni, la natura transitoria dell’incarico, l’attenzione a non vincolare con i suoi atti le susseguenti amministrazioni. «L’ossequio che io sinceramente professo, e che ritengo doveroso, verso le legittime rappresentanze elette dal popolo - disse il Commissario Malinverni al termine del suo mandato - faceva sì che io considerassi i miei poteri anche più ristretti di quanto la legge non mi imponesse, e che fossi riluttante a deliberazioni non strettamente necessarie, e che in qualche modo potessero pregiudicare e vincolare gli atti di quella qualunque amministrazione che avesse dovuto assumere, dopo di me, la direzione della Cosa Comunale […]. Non sono stato indotto a nessuna deliberazione da spirito partigiano mai, non ho anteposto interessi particolari a quelli della collettività mai, ho sempre e rigidamente inspirato ogni mia azione alla doverosa tutela di quelli che ho coscientemente ritenuti vostri diritti e vostri interessi, e specialmente dei più umili di Voi o Trinesi […]. A qualunque partito, a qualunque tendenza noi apparteniamo, potremo avere bene meritato dal nostro popolo solo se avremo coltivato in lui, che lo possiede, l’amore al lavoro, ed il culto per la giustizia, senza la quale la sua stessa forza imponente non è che brutale ed umiliante violenza. Questo elevamento più che ogni altro bene, domanda e vuole con tutta la sua forza la nostra popolazione, che si sente (Tratto da “I commissari straordinari al Comune di Trino 1863-1943” di Franco Crosio e Bruno Ferrarotti)




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