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Descrizione


Cognome: Tricerri
Nome: Pietro
Carica: dal 09.12.1943 al 24.04.1945
Ruolo: Ex Sindaco

Nominato Commissario Prefettizio con decreto del Prefetto in data 9 dicembre 1943, n. 2242: egli prestò giuramento solenne avanti il Capo della Provincia Michele Morsero in un’apposita manifestazione tenutasi poi il 24 marzo 1944 presso il teatro civico di Vercelli. La formula pronunciata fu la seguente: «Giuro di servire lealmente la Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle sue leggi e di esercitare le sue funzioni per il bene e la grandezza della Patria». Pietro Tricerri fu Andrea era nato il 17 febbraio 1895 in Trino ove risiedeva, aveva conseguito la licenza tecnica, professionalmente era qualificato come industriale risiero. Aveva partecipato alla 1ª Guerra Mondiale con il grado di caporal maggiore ed era stato insignito della croce di guerra. E’ da notare che per la carica a cui era stato chiamato non percepiva indennità di missione. Il Tricerri subentrò al dottor Silvestri, che formalmente era scaduto il 10 dicembre 1943, allorché il Capo della Provincia Morsero ritenne «opportuno di nominare a capo dell’Amministrazione persona residente in luogo». Nel ringraziare per la fiducia accordatagli, Pietro Tricerri assicurò a Morsero tutta la sua «fascistica dedizione ed attività per il miglior assolvimento dei compiti» che gli erano stati attribuiti. Uno dei suoi atti iniziali fu il cambiamento di parte della toponomastica cittadina in modo da depurarla dalle intitolazioni compromettenti riferite alla Casa Reale dei Savoia in virtù del ruolo giocato dalla stessa nella caduta del Duce e nella proclamazione dell’Armistizio: così corso Vittorio Emanuele II divenne corso Italia; via Principe di Piemonte cambiò in via Torino; via Umberto I, via Regina Elena, piazza Principe Amedeo mutarono rispettivamente in via Duca D’Aosta, via Cesare Battisti, piazza Indipendenza. La scuola elementare, dedicata alla Principessa di Piemonte, il 28 dicembre assunse il titolo assai impegnativo di Ettore Muti. Gli competé inoltre il compito gravoso di riparare il palazzo Littorio, gravemente danneggiato dai disordini scoppiati la sera del 26 luglio 1943, al ritorno degli operai da Torino. Questa di Pietro Tricerri è soprattutto l’epoca dei micidiali bombardamenti alleati, degli spezzonamenti e mitragliamenti: sono segnalate 29 di queste brutali azioni a danno della popolazione civile. Fra tutte è da ricordare l’incursione della notte del 5 settembre 1944, che colpì il convento delle suore domenicane di via Gennaro 38 causando quattro vittime, tutte monache sfollate a Trino dal monastero di Genova. Inoltre il Commissario Prefettizio dovette occuparsi del grave problema degli sfollati da Torino e da altre città, circa 2.000, fenomeno che determinava infiniti problemi soprattutto per le abitazioni e per il razionamento alimentare. Pietro Tricerri cercò di impegnarsi anche sul piano dello spirito pubblico promuovendo, tra il 5 agosto e la metà di settembre 1944, nel cortile della Partecipanza, spettacoli operistici (Il Barbiere di Siviglia, La Cavalleria Rusticana, I Pagliacci, Rigoletto, Tosca) con apparati di una certa magnificenza e con la partecipazione di cantanti rinomati tra i quali Giovanni Malipiero e Lina Berti. Le manifestazioni ebbero però scarsa partecipazione di pubblico e pesarono negativamente sul Bilancio municipale. Gravarono moltissimo sul Commissario infine, gli scontri tra le opposte fazioni (partigiani - fascisti della GNR, Brigata Nera, legione autonoma Muti - forze armate germaniche) e le loro conseguenze. Egli si preoccupò dell’incolumità della popolazione civile ed almeno in un caso arrivò a prostrarsi avanti il Capo della Provincia per implorare la sospensione di rappresaglie generalizzate. Con l’avvicinarsi della Liberazione Pietro Tricerri collabora sempre più strettamente con l’attività benefica della Parrocchia, che si esprime soprattutto attraverso il Segretariato della Carità del Parroco di cui è espressione la somministrazione della minestra ai poveri (circa 200 pasti), iniziativa inaugurata col Natale del Povero proprio alla presenza del Commissario. Ciò nonostante il Tricerri, suo malgrado, non poté sottrarsi alle ultime crude responsabilità connesse alla sua carica: in tale veste il 7 aprile 1945, su ordine del Capo della Provincia (che minacciava gravi ritorsioni sull’intera popolazione), chiamerà a rispondere del violento attacco alla caserma della Brigata Nera, avvenuto nella notte tra il 26 e 27 marzo 1945, il parroco, i quattro medici, i tre farmacisti, le tre levatrici, il veterinario, il segretario comunale. Tuttavia il suo comportamento politico è nel complesso positivo, e l’attenzione alla gestione amministrativa misurata, puntuale e corretta, trovano rispondenza nelle sue ultime deliberazioni che avvengono in concomitanza del 24 e 25 aprile, giorni di forte tensione in cui il Commissario Prefettizio è presente in Comune. Tutto ciò non gli valse la grazia della vita: prelevato in casa dai partigiani fu condotto alla prigione di piazza Garibaldi dove con altri otto che avevano aderito alla RSI pare abbia subito un processo sommario, favorevole alla sua assoluzione. Ciò nonostante all’imbrunire del 9 maggio fu prelevato dal carcere (con gli altri detenuti) da sedicenti «appartenenti alla Polizia di Novara», fucilato sulle sponde del canale Cavour a Livorno Ferraris ed il suo corpo fu buttato in acqua. Il cadavere non fu mai ritrovato. (Tratto da “I commissari straordinari al Comune di Trino 1863-1943” di Franco Crosio e Bruno Ferrarotti).




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